Verona, 6 aprile 2016 – Nata come copertura tipica per le banche, l’assicurazione del rischio infedeltà si è diffusa anche nel settore assicurativo dove la crescente complessità dei processi gestionali aziendali ha favorito la crescita degli illeciti di dipendenti e collaboratori.

Il Codice delle Assicurazioni Private (articolo 119, comma 3) e il Codice Civile (articolo 2049) disciplinano la materia. La Corte di Cassazione, con diverse sentenze, ha definito più precisamente i profili di responsabilità dell’intermediario. La maggiore chiarezza del quadro di riferimento normativo nulla toglie alla pericolosità del fenomeno. Quali aspetti deve considerare l’intermediario per tutelare il proprio operato? Quali sono le possibili soluzioni per ridurre i rischi di comportamenti scorretti dei collaboratori?

Se n’è discusso nel secondo Laboratorio degli Intermediari del Centro Studi Intermediazione Assicurativa (CESIA), tenutosi a Verona lo scorso 6 aprile.

Il Laboratorio degli Intermediari è un organo costituito dai rappresentanti dei gruppi agenti e delle associazioni dei broker per consentire il confronto di conoscenze ed esperienze professionali. Le sue principali funzioni sono lo studio delle soluzioni operative da adottare con clienti e compagnie, l’analisi delle esigenze di formazione di intermediari e collaboratori e l’individuazione delle risposte idonee a colmarle.

Alla riunione del 6 aprile hanno partecipato:

–          Guido ACTIS, Associazione Agenti UnipolSai

–          Mariuccia AMIDEI, Gruppo Aziendale Agenti Assimoco – Assimoco Vita

–          Danilo ARIAGNO, rappresentante AIBA

–          Maurizio BARONI, presidente Gruppo Agenti DAS

–          Manuela BREUZA, Associazione Agenti UnipolSai

–          Samuele ANTINORI, Gruppo Agenti Zurich

–          Irene CAPOZZUCCA, presidente Gruppo Intermediari Assicurativi UNIQA

–          Giovanni DI STEFANO, Gruppo Agenti Sai

–          Roberto MASSABO’, Gruppo Aziendale Agenti Lloyd Italico

–          Paolo MOIOLA, Associazione Agenti Allianz

–          Antonia NICOLETTI, Gruppo Agenti Sai

–          Salvatore PALMA, Gruppo Agenti Cattolica Duomo UniOne

–          Monica PISANI, Gruppo Agenti Sara

–          Claudio RAGAZZINI, Gruppo Agenti Generali

–          Marina ROBINO, agente ITAS

–          Claudio ROGHI, A.G.IT. (Agenti Groupama Italia)

–          Enrico ULIVIERI, presidente Gruppo Agenti Zurich

–          Davide VACHER, rappresentante ACB

–          Roberto VETTORE, Unione Nazionale Agenti Toro

–          Paolo ZAVATTARO, Gruppo Agenti Associati UnipolSai

–          professoressa Giovanna Volpe Putzolu dell’Università La Sapienza
(presidente del Comitato Scientifico del CESIA)

–          professor Pierpaolo Marano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
(componente del Comitato Scientifico del CESIA)

–          Massimo Michaud, coordinatore del CESIA

L’incontro di Verona si è aperto con l’illustrazione delle norme, dei princìpi e delle sentenze di riferimento per la materia: l’articolo 119, comma 3, del Codice delle Assicurazioni Private (stabilisce la responsabilità dell’intermediario per le attività svolte da collaboratori e dipendenti); l’articolo 2049 del Codice Civile; il principio di apparenza del diritto, riconducibile a quello più ampio di tutela dell’affidamento incolpevole; le più recenti sentenza della Corte di Cassazione. Si è inoltre parlato del concorso di colpa dell’assicurato e delle sanzioni erogate dall’IVASS.

I temi chiave

L’analisi della prassi ha permesso d’identificare i temi chiave della responsabilità. Eccoli:

  • le modalità per intercettare le polizze vita falsificate;
  • la distinzione tra personale interno ed esterno;
  • la difesa dal rischio reputazionale;
  • le conseguenze della denuncia di un eventuale comportamento scorretto;
  • le responsabilità degli intermediari e delle compagnie;
  • il ruolo che possono svolgere le compagnie per allontanare i collaboratori scorretti;
  • la responsabilizzazione del cliente;
  • il miglioramento del sistema RUI e degli strumenti di selezione;
  • l’efficacia delle polizze che coprono l’infedeltà.

Le ipotesi per mitigare il rischio d’infedeltà

Il confronto tra gli intermediari ha portato a definire diverse ipotesi per circoscrivere il rischio di comportamenti scorretti da parte dei collaboratori.

Tra le soluzioni prospettate:

  • la separazione dei ruoli presso l’intermediario tra chi manipola il denaro e chi effettua le riconciliazioni bancarie e i controlli (con la definizione delle relative procedure);
  • la stipula di un contratto di collaborazione con la rete che precisi obblighi di correttezza e trasparenza;
  • l’introduzione di procedure di certificazione;
  • il miglioramento degli strumenti conoscitivi di collaboratori e dipendenti;
  • la stipula di polizze di RC professionale del collaboratore;
  • l’introduzione di modelli organizzativi appositamente pensati per abbassare il rischio d’infedeltà;
  • una maggiore collaborazione con le compagnie.
  • la diffusione generalizzata della polizza d’infedeltà.

 Alcune conclusioni

In fase di valutazione finale, la prof. Giovanna Volpe Putzolu, presidente del Comitato Scientifico del CESIA, ha evidenziato la necessità di distinguere il contratto tra compagnia e agenti da quello tra agente e sub-agente.

Il prof. Pierpaolo Marano, membro del Comitato Scientifico del CESIA, ha tra l’altro escluso la possibilità che l’attuale quadro normativo possa evolvere verso una minore responsabilità dell’intermediario. Richiamando gli Insurance Core Principles, il professore ha ricordato che tra gli obblighi in capo all’intermediario c’è la vigilanza sui propri collaboratori che comporta un’attenta attività di controllo e di formazione professionale.

Il prossimo appuntamento del Laboratorio degli Intermediari

Il Laboratorio degli Intermediari del CESIA si riunirà nuovamente a Roma il prossimo 31 maggio per discutere delle collaborazioni tra intermediari.

 

 

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