PERDITE DA INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ: IN FRANCIA SI RISCRIVONO LE REGOLE

Sui contratti assicurativi delle attività imprenditoriali resta alta in Francia l’incertezza sul regime da applicare. Da un’indagine effettuata dall’autorità di vigilanza del settore assicurativo, è stato possibile verificare che soltanto il 7% delle polizze di business interruption può essere ritenuto operante in caso di pandemia. Per questo, gli assicuratori hanno proceduto all’emissione di un’appendice nella quale il contraente dichiara di prendere atto dell’esclusione e, se questa non viene sottoscritta, il contratto viene disdetto.

Le direzioni commerciali delle compagnie stanno muovendosi con decisione in questa direzione chiarendo ai clienti i termini della questione. Il chiarimento, sollecitato già nella primavera scorsa dall’ACPR, lascia tuttavia aperto il problema. Più in dettaglio, gli assicuratori intendono escludere le clausole che lasciano spazio all’interpretazione e alla possibilità di risarcire i danni economici originati dal Covid-19, non essendo la pandemia un evento assicurabile dal settore privato. D’altra parte, negli ambienti istituzionali e nella business community, si moltiplicano gli inviti agli attori del settore assicurativo a dare un reale sostegno alle imprese andando al di là della controversia giuridica.

La soluzione potrebbe arrivare con la nuova normativa per regolare la materia. Il testo proposto dal gruppo di lavoro istituito dal Ministero dell’economia, al quale hanno partecipato anche i rappresentanti delle imprese, è stato aperto alla consultazione delle categorie professionali interessate, ma non si è ancora arrivati alla formulazione finale.

La Federazione Francese delle Assicurazioni (FFA) ha avanzato una proposta che combina le caratteristiche del regime per le catastrofi naturali e quello per gli atti di terrorismo. Il regime si applicherebbe a tutte le imprese (grandi e piccole) e solo in caso di “chiusura amministrativa totale o parziale in caso di pandemia”. Il risarcimento forfettario è il principio di riferimento: le compagnie si farebbero carico del 50% degli utili perduti escludendo i salari.

I premi delle imprese e gli indennizzi avrebbero un limite. Per le piccole imprese con fatturato annuo inferiore a 100.000 euro, il premio sarebbe di 4,20 euro al mese e darebbe diritto a una copertura di 3.750 euro in tre mesi. Per le altre imprese, gli importi sarebbero modulati in funzione del settore. Per esempio, un ristorante con un fatturato annuo di un milione di euro pagherebbe 26 euro al mese e acquisirebbe il diritto a un indennizzo di 22.000 euro per tre mesi di chiusura. Un’impresa di costruzioni e lavori pubblici con un fatturato annuo di 5 milioni di euro pagherebbe 155 euro al mese per un indennizzo massimo di 130.000 euro. Per le grandi imprese, sarebbe previsto un premio annuo massimo di 7.400 euro per un indennizzo di 500.000 euro.

La proposta si basa su una partnership pubblico-privata: la Caisse Centrale de Réassurance (CCR) fornirebbe sostegno in primo luogo attraverso la riassicurazione dei rischi, ma anche attraverso una garanzia stop loss con un importo predefinito garantito illimitatamente dallo Stato. Se il sistema fosse stato applicato alla pandemia da Covid-19, avrebbe coperto 9 miliardi di euro di perdite subite dalle imprese (di cui 2,5 miliardi nel secondo lockdown); le piccole imprese sarebbero state indennizzate per 8 miliardi di euro, le grandi per un miliardo. Per quanto riguarda la condivisione degli oneri, la capacità mobilitata da assicurazioni e riassicurazioni private sarebbe stata di 2 miliardi di euro, i fondi del CCR avrebbero coperto 7 miliardi di euro (di cui 5 miliardi di euro per la garanzia stop loss).

Mentre il confronto continua, l’ACPR, per bocca del vicepresidente, Jean-Paul Faugère, ha ricordato agli intermediari l’importanza del dovere di consulenza: ogni attore della filiera deve fare la propria parte e gli intermediari non possono essere considerati né agire come semplici esecutori. La chiarezza deve essere il principio di riferimento nella relazione tra compagnie e intermediari e tra questi e i clienti.