GLI INTERMEDIARI ASSICURATIVI E LA PANDEMIA DI COVID-19: PROBABILI RISCHI DI SINISTRI, MA PER I RECLAMANTI L’ESITO DELLE RICHIESTE DI RISARCIMENTO È INCERTO

Secondo un recente articolo pubblicato da S&P “Le iniziative giudiziarie nei confronti dei broker sono inevitabili, ma il loro successo non lo è”, la pandemia di coronavirus ha portato a interruzioni diffuse e chiusure delle attività commerciali con conseguenti perdite finanziarie sostanziali. Molti clienti hanno rivendicato queste perdite nell’ambito delle loro polizze assicurative di business interruption. Per questa tipologia di sinistro, molti assicuratori europei hanno finora rifiutato la copertura, inducendo gli assicurati a citare in giudizio il proprio broker al fine di ottenere un risarcimento. Tuttavia, sarà difficile per loro dimostrare che il loro broker assicurativo non abbia adempiuto ai suoi doveri.

Un grave problema derivante dalla pandemia di Covid-19 riguarda i testi di polizza in vigore. In effetti, la maggior parte delle polizze per le PMI copre solo i danni alla proprietà e la copertura per BI si attiva solo in presenza di danni diretti alla proprietà. Tuttavia, alcune polizze offrono anche la copertura per la business interruption derivante da malattie infettive o soggette a denuncia obbligatoria (una malattia soggetta a denuncia obbligatoria è qualsiasi malattia che per legge deve essere segnalata alle autorità governative), diniego all’accesso senza danni diretti e chiusure o restrizioni imposte dall’autorità pubblica. In alcuni casi, le compagnie di assicurazione hanno fornito la copertura ritenendo operative queste polizze, in altri l’operatività è stata negata, generando così una diffusa preoccupazione per questa mancanza di chiarezza.
In Francia e nel Regno Unito, le autorità di vigilanza locali hanno intrapreso varie iniziative per chiarire i dubbi relativi all’operatività delle polizze di BI in caso di perdite finanziarie derivanti dalla pandemia Covid-19.

  • Nel Regno Unito, la High Court ha emesso la sentenza nel test case della Financial Conduct Authority (FCA) sulla contestata copertura assicurativa per le imprese del Regno Unito alla luce della pandemia di Covid-19 (coronavirus). Questo test case rappresenta un tentativo di fornire maggiore chiarezza e di ridurre la quantità dei contenziosi scaturenti da questa problematica. Il test case non intende comprendere tutte le possibili controversie, ma risolvere alcune delle principali incertezze contrattuali. Il ruolo della FCA era quello di presentare gli argomenti a favore degli assicurati e l’autorità di regolamentazione ha selezionato un campione rappresentativo di testi di polizza scritti da otto assicuratori. La Corte si è pronunciata a favore degli argomenti sollevati dalla FCA sulla maggior parte delle questioni chiave. Questo è il motivo per cui la maggior parte dei partecipanti al test case ha deciso di presentare ricorso. Il 2 ottobre la High Court ha approvato un ricorso da esaminare direttamente presso la Corte Suprema.
  • In Francia, il 6 maggio, l’Autorité de contrôle prudentiel et de résolution (ACPR) – l’autorità di vigilanza francese – ha avviato un’indagine sull’operatività delle polizze di business interruption nei casi di interruzioni di attività dovute alla crisi pandemica ed alle sue conseguenze. Il 23 maggio l’ACPR ha reso pubblici i risultati della sua indagine: il Covid-19 è, per il 93,3% degli assicurati, non coperto dalla propria polizza assicurativa poiché questa copre solo l’interruzione dell’attività in caso di danni materiali diretti (incendio, acqua, danno) o “più raramente”, perché le compagnie di assicurazione hanno esplicitamente escluso la pandemia dai loro contratti. L’ACPR ha inoltre individuato dubbi sull’applicazione delle garanzie di polizza per il restante 4% degli assicurati: “In questo caso, solo l’interpretazione di un giudice eliminerebbe ogni incertezza nel caso in cui gli assicuratori interessati non interpretassero il contratto a favore dell’assicurato”, sottolinea l’autorità di vigilanza.

Pertanto, un certo numero di assicurati potrà essere tentato di citare in giudizio il proprio broker assicurativo, al fine di ottenere un indennizzo nei casi in cui il testo di polizza non fornisca copertura o non copra adeguatamente il danno. Aaron Le Marquer, un partner di Fenchurch Law, ha affermato in un’intervista citata dall’articolo di S & P che ci sarebbero “inevitabilmente” azioni legali contro i broker: “Nel caso in cui gli assicurati siano lasciati senza copertura e non ottengano l’accoglimento delle loro richieste, questi potrebbero individuare nel broker un potenziale responsabile e una opportunità di ottenere il risarcimento negato”. È facile immaginare come un cliente potrebbe intentare un’azione giudiziaria nei confronti del broker, sostenendo che quest’ultimo avrebbe dovuto raccomandargli una polizza che gli avrebbe consentito di essere risarcito, invece della garanzia sottoscritta e non operante.

Tuttavia, potrebbe essere difficile per gli assicurati dimostrare che il broker ha agito in modo negligente. In effetti, l’articolo di S&P sottolinea il fatto che nel Regno Unito, “per trovare un broker responsabile, gli assicurati devono dimostrare non solo che il broker ha violato il suo dovere di diligenza, ma anche che questa violazione ha causato loro una perdita. Gli intermediari non potevano sapere quali testi di polizza la High Court avrebbe ritenuto operanti in caso di pandemia di coronavirus, data la tesi degli assicuratori che tali polizze non erano progettate per coprire le pandemie ”. Ben Hardiman, un partner dello studio legale Mills & Reeve, ha dichiarato nell’articolo di S&P che: “Questi assicuratori si trovano davanti alla High Court con la FCA a causa dei loro testi di polizza scadenti e non perché hanno mai inteso fornire una copertura”.

Da questo articolo emerge che in realtà il numero di richieste di risarcimento è finora piccolo in Europa, come sottolinea Eric Evian, presidente di CGPA Europe, spiegando che le controversie per business interruption sono principalmente limitate a Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania e Svizzera. In Irlanda, CGPA Europe ha ricevuto nove notifiche di circostanza che “non erano nulla di grave per il momento”, mentre in Francia si sono verificati 35 casi “che stiamo seguendo da vicino”, di cui un terzo potrebbe trasformarsi in contenzioso, ma dove gli agenti assicurativi “non erano i principali obiettivi del contenzioso”. In Germania e Svizzera, ha aggiunto, non ci sono stati casi in cui sono stati coinvolti intermediari. Ma ha sottolineato che questa era la situazione “ad oggi” e che potrebbe esserci “una reazione completamente diversa”, se i tribunali dovessero respingere la maggior parte delle richieste degli assicurati.

Fonte: https://www.spglobal.com/marketintelligence/en/news-insights/latest-news-headlines/broker-lawsuits-are-inevitable-in-virus-claims-war-but-their-success-is-not-60580911