FRANCIA – PERDITE DERIVANTI DALL’INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ E COVID-19: AXA CERCA DI PORRE FINE ALLA LUNGA CONTROVERSIA CON I SUOI CLIENTI RISTORATORI

Dopo più di un anno dall’inizio della crisi sanitaria, AXA cerca di uscire dalla battaglia legale, in cui è invischiata contro i suoi clienti, con un’offerta di liquidazione di 300 milioni di euro a 15.000 proprietari di ristoranti che hanno sottoscritto la sua “polizza standard” con copertura estesa per le perdite da business interruption legate alla chiusura imposta dalle autorità in Francia. Questa polizza contiene una clausola di esclusione che ha dato luogo a un dibattito giuridico ampiamente commentato dai media in Francia per oltre un anno.

Un lungo braccio di ferro tra AXA e i suoi clienti

Axa è stata nel mirino dei ristoratori francesi per oltre un anno e ha visto una serie di cause intentate nei suoi confronti da proprietari di hotel e ristoranti che non sono stati indennizzati per le perdite derivanti dall’interruzione di attività imposte dalle autorità per limitare il diffondersi della pandemia. Messa in difficoltà nella primavera del 2020 da Stéphane Manigold, un famoso ristoratore francese, AXA ha riconosciuto che alcuni contratti non erano formulati chiaramente e ha accettato di patteggiare con alcuni assicurati. Tuttavia, AXA era determinata a respingere le richieste di risarcimento ricevute su un’altra polizza, che vede come assicurati circa 15.000 proprietari di ristoranti, escludendo la copertura delle perdite quando almeno due stabilimenti con sede nello stesso dipartimento sono soggetti a chiusura imposta dalle autorità per lo stesso motivo. Pertanto, i giudici di merito sono stati incaricati di decidere sulla validità delle clausole contrattuali del contratto venduto da AXA. Di conseguenza, dall’estate del 2020, sono state emesse decisioni da diversi tribunali di prima istanza, spesso divergenti tra loro. Queste decisioni sono state tutte impugnate, evidenziando la portata del braccio di ferro tra gli assicurati francesi e gli assicuratori.

Ne è seguita una maratona giudiziaria tra AXA e gli assicurati, con varie decisioni che sono state emesse da diverse Corti d’appello, a volte a favore dell’assicuratore, a volte contro di esso. Infatti, dopo una prima decisione favorevole agli assicurati, emessa il 25 febbraio e ampiamente commentata, un’altra sezione della stessa Corte d’appello di Aix-en-Provence si è pronunciata il 20 maggio 2021 su tre casi riguardanti tre proprietari di ristoranti. Tutte e tre le decisioni sono state favorevoli agli assicurati. Axa ha commentato queste decisioni affermando che era in attesa dell’esito delle decisioni di altre Corti d’appello che stavano esaminando la stessa tipologia di contratto. Axa è stata lungimirante nel fare questo annuncio poiché più recentemente, in una sentenza emessa il 7 giugno 2021, la Corte d’appello di Bordeaux ha dato ragione all’assicuratore, ritenendo la garanzia esclusa.

Un colpo di scena per chiudere una lunga battaglia legale

Viste e considerate le decisioni delle diverse Corti d’appello a favore di entrambe le parti, AXA ha colto l’occasione e il 10 giugno ha deciso di fare un’offerta di 300 milioni di euro a 15.000 clienti che desiderano ricevere un indennizzo fisso e definitivo”, afferma la compagnia. L’indennizzo transattivo proposto è destinato a coprire un importo equivalente al 15% del fatturato dell’attività di ristorazione e soggetto ai limiti di durata e di importo previsti dal contratto, per i periodi interessati dalle misure amministrative di chiusura delle attività, annunciate il 14 marzo 2020 e il 29 ottobre 2020.

L’offerta di liquidazione dovrebbe essere disponibile dal 21 giugno al 30 settembre 2021, i clienti interessati sono invitati a mettersi in contatto con il loro referente abituale di AXA.

AXA ha svolto il suo ruolo e ha agito in modo responsabile durante la pandemia, sostenendo centinaia di migliaia di clienti e dando un contributo significativo al finanziamento della ripresa economica. Ci rammarichiamo delle incomprensioni con alcuni dei nostri clienti ristoratori, soprattutto perché questo settore è stato particolarmente colpito durante la crisi sanitaria“, ha dichiarato Patrick Cohen, Chief Executive Officer (CEO) di AXA France[1] .

Questo importo equivale in media al 50% della perdita derivante da BI dei ristoratori durante il periodo di lockdown“. Va notato che questa proposta finanziaria riguarda tutti i clienti di Axa France in possesso di una polizza standard che comprende un’estensione per le perdite di BI derivanti da una chiusura imposta dalle autorità, “indipendentemente dal fatto che abbiano avviato o meno una procedura giudiziaria, che siano ancora clienti e che abbiano già beneficiato o no di un aiuto di solidarietà da parte della nostra compagnia”, sottolinea Patrick Cohen.

Gli intermediari assicurativi poco coinvolti da questa lunga battaglia legale

Questa proposta dovrebbe avere poco impatto sui reclami contro gli intermediari assicurativi, che rimangono generalmente rari in Francia. In effetti, il problema derivante dal suddetto contenzioso tra AXA e i suoi clienti è essenzialmente incentrato sull’interpretazione di una clausola di esclusione e non può pertanto essere collegato a una violazione del dovere di consulenza degli intermediari nei confronti dei loro clienti.

Questa tendenza può essere confermata in cifre, poiché gli intermediari francesi sarebbero citati in giudizio solo in meno del 10% dei casi. Prima dell’annuncio odierno, alcuni assicurati erano talvolta tentati di citare in giudizio il loro intermediario assicurativo per massimizzare le loro possibilità di ottenere un indennizzo, sostenendo che l’intermediario avrebbe dovuto consigliare loro di stipulare una copertura per business interruption o di stipularne una più estesa. Tuttavia, i giudici respingono sistematicamente le richieste di risarcimento contro gli intermediari assicurativi la cui responsabilità non è direttamente influenzata dalle controversie tra l’assicuratore e i clienti insoddisfatti.

[1] https://axalive.fr/article/axa-solution-amiable-restaurateurs