ADEGUATEZZA DEI CONTRATTI: IL CESIA ALLARGA IL CONFRONTO
È diventato uno dei principali motivi di preoccupazione per gli intermediari e influenzerà certamente l’attività professionale dei prossimi anni. L’evoluzione del concetto di adeguatezza dei contratti ha sensibilmente modificato il profilo di rischio di agenti e broker che si muovono ora su un terreno accidentato. Motivo: i maggiori vincoli introdotti nella normativa che disciplina la distribuzione dei prodotti assicurativi e le pronunce della giurisprudenza che negli ultimi anni, un po’ ovunque in Europa, si è decisamente orientata verso una maggiore tutela degli assicurati. Tenere sotto controllo il rischio di responsabilità civile svolgendo, nello stesso tempo, l’attività di sviluppo è oggi per gli intermediari un’equazione di difficile soluzione. Anche perché il quadro di riferimento non è ancora ben definito.
Per questo motivo il Centro Studi Intermediazione Assicurativa (CESIA) di CGPA Europe è tornato sul tema con un incontro che si è tenuto il 17 ottobre al Cavalieri Waldorf Astoria di Roma. All’adeguatezza il CESIA aveva già dedicato il primo appuntamento (febbraio 2016) del Laboratorio Intermediari, l’organo che, nell’ambito del Centro Studi, ha il compito di promuovere il confronto su conoscenze ed esperienze professionali. L’incontro di Roma è servito a sviluppare la riflessione (di qui il titolo Adeguatezza 2.0) estendendola ad altri attori chiave del mercato.
Obiettivo del confronto: studiare soluzioni operative in modo che ogni attore possa autonomamente avviare un’attività di prevenzione finalizzata alla riduzione dei rischi di errori che possano essere fonte di danni riconducibili alla responsabilità civile degli intermediari assicurativi professionali.
Hanno partecipato alla riunione di studio e confronto:
– Dott. Massimo Michaud, coordinatore del CESIA
– Prof.ssa Giovanna VOLPE PUTZOLU, presidente Comitato Scientifico del CESIA
– Prof.ssa Sara LANDINI, Comitato Scientifico del CESIA
– Prof. Pierpaolo MARANO, Comitato Scientifico del CESIA
– Avv. Jean Francois SALPHATI, fiduciario di CGPA in Francia
– Danilo ARIAGNO di AIBA
– Guido ACTIS dell’Associazione Agenti UnipolSai
– Manuela BREUZA dell’Associazione Agenti UnipolSai
– Giorgio BRUGO del Gruppo Agenti Zurich
– Emanuele BRUNI del Gruppo Agenti Cattolica Duomo UniOne
– Massimo CONGIU di ANAPA
– Giovanni DI STEFANO del Gruppo Agenti Sai
– Luigi FAVILLI del Circolo Agenti Cattolica
– Avv. Carlo GALANTINI di ACB
– Michele LANGUINO di SNA
– Giacomo MARNIGA del Gruppo Agenti Itas
– Gloria MARTORELLI dell’Unione Agenti Axa
– Antonia NICOLETTI del Gruppo Agenti Sai
– Graziano PAGANI di ACB
– Monica PISANI del Gruppo Agenti Sara
– Claudio RAGAZZINI del Gruppo Agenti Generali Italia
– Claudio ROGHI di A.G.IT. (Agenti Groupama Italia)
– Claudia ROSSI del Gruppo Aziendale Agenti Lloyd Italico
– Enrico ULIVIERI, presidente Gruppo Agenti Zurich
– Luigi VIGANOTTI, presidente ACB
Non una questione di compliance, ma un percorso
Il confronto promosso dal CESIA parte da una convinzione: un approccio corretto all’adeguatezza non può esaurirsi in una disciplinata adesione alla normativa. Non basta, insomma, la mera compliance perché i giudici guardano alla sostanza dei comportamenti più che alla forma. È piuttosto necessaria una nuova cultura distributiva, un modo diverso di collocare il prodotto, di sviluppare e gestire la relazione con i clienti. In questo senso la formazione può avere un ruolo decisivo.
L’incontro di Roma è stato introdotto dall’avvocato Jean Francois Salphati, fiduciario di CGPA, che ha illustrato la situazione in Francia, Paese che può essere un utile riferimento per gli intermediari italiani.
Sono in seguito intervenuti la professoressa Sara Landini, docente di diritto privato e di diritto delle assicurazioni all’Università di Firenze, gli altri due componenti del Comitato Scientifico del CESIA (la professoressa Giovanna Volpe Putzolu, docente emerito di diritto delle assicurazioni all’Università di Roma Sapienza e il professor Pierpaolo Marano, docente di diritto delle assicurazioni e di diritto commerciale all’Università Cattolica di Milano), le rappresentanze nazionali degli intermediari assicurativi (Luigi Viganotti e l’avvocato Carlo Galantini di ACB, Danilo Ariagno di AIBA, Massimo Congiu di ANAPA e Michele Languino di SNA). (Nel riquadro in calce alla newsletter sono riportati i nomi di tutti i partecipanti al confronto promosso dal CESIA).
In Francia cresce il contenzioso fondato sull’adeguatezza
Il dato parla chiaro: circa il 70% delle azioni legali intentate in Francia contro gli intermediari assicurativi è oggi fondato su motivazioni riconducibili al mancato rispetto del devoir de conseil (obbligo di consiglio e consulenza) e del devoir de suivi (dovere di prestare l’attività di consiglio e consulenza lungo tutta la durata della relazione con il cliente). L’avvocato Jean Francois Salphati, fiduciario di CGPA, è partito da questo dato per spiegare la tendenza nel suo Paese.
In Francia, più che altrove, ha spiegato Salphati, la protezione dell’assicurato si è imposta in questi anni sul piano normativo e giudiziario come dimostra il fatto che l’onere della prova ricade sempre sull’intermediario. C’è ora da aspettarsi, anche per effetto della nuova normativa europea, un incremento del contenzioso in tutti i settori assicurativi. In Francia le soluzioni per fronteggiare questa tendenza sono state fin qui solo parzialmente efficaci e molti problemi restano ancora aperti.
Verso la chiara separazione tra “produttore” e “distributore” di prodotti assicurativi
Sara Landini, professoressa associata di diritto delle assicurazioni all’Università di Firenze, membro del Comitato Scientifico del CESIA, si è in particolare soffermata sull’evoluzione della normativa europea. La nuova Insurance Distribution Directive (IDD) dovrà essere applicata nei Paesi dell’Unione dal 2018. È una direttiva che identifica chiaramente due attori: il soggetto che realizza il prodotto assicurativo (produttore) dal soggetto che quel prodotto assicurativo è chiamato a venderlo ai clienti (distributore). L’EIOPA, anticipando i contenuti degli atti che la IDD delega alla predetta autorità, ha redatto le linee guida in materia di “Product Oversight and Governance Arrangements” (POG), che sono divise in due parti: una rivolta al produttore, avente la finalità di consentire che ciascun prodotto permetta di soddisfare gli interessi e gli obiettivi del cliente, o di una categoria di clienti, ed una rivolta al distributore (per tale intendendosi, oltre agli intermediari professionali, anche i c.d. “comparatori online”), quest’ultima finalizzata ad avere corrette modalità di distribuzione del prodotto assicurativo, sempre tenendo conto dell’obiettivo di tutelare il fruitore finale, vale a dire il cliente che acquista il prodotto.
È evidente che sarà fondamentale verificare come il legislatore italiano, così come l’autorità di vigilanza (IVASS), recepiranno la IDD (con particolare riferimento all’art. 25) e come verranno applicate le linee gGuida redatte dall’EIOPA, e ciò per poter procedere ad una analisi delle responsabilità che incombono sul produttore e sul distributore di prodotti assicurativi.
I nodi da sciogliere e i passi da compiere
Gli interventi dell’avvocato Salphati e della professoressa Landini hanno fornito il quadro di riferimento sul quale si poi è sviluppato il confronto. Ad avviare il dibattito sono state le rappresentanze nazionali degli intermediari assicurativi (ACB, AIBA, ANAPA e SNA).
Quattro sono oggi i nodi da sciogliere:
• suddivisione delle responsabilità tra compagnia e intermediario in caso di contratto inadeguato;
• qualità dei questionari sull’adeguatezza predisposti per i clienti;
• gestione dei nuovi prodotti nel caso in cui le garanzie si riducano rispetto all’offerta precedente;
• significato del concetto di polizza utile per il cliente introdotto dalla sentenza della Cassazione Civile n. 8412 del 2015.
Il confronto ha fornito molti spunti di riflessione e portato a definire diverse soluzioni per mitigare i rischi. Si tratterà ora di rendere operative le ipotesi prefigurate.
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